Epatoscopia assiro-babilonese

Materiale didattico

Il fegato d'argilla ME 92668 Un cuore malandato

Un fegato d'argilla e un cuore di stoffa: cosa hanno in comune? Anche se non diciamo 'mi hai spezzato il fegato', siamo soliti dire che una persona coraggiosa 'ha fegato'. Mi ricordo un telefilm iraniano in cui uno dei protagonisti correva sempre incontro agli altri gridando affettuosamente jigar-e man 'fegato mio'. In Mesopotamia, quando il tempo più che essere contato veniva nominato (cioè chiamato per nome), troviamo nomi d'anno come 'l'anno in cui la principessa del dio Enlil fu scelta da una pecora'. Assurbanipal, il famoso re letterato, si vantava di discutere sulla serie di tavolette intitolata 'Se il fegato è un'immagine speculare del cielo'.

Se il fegato viene considerato immagine del cielo secondo la nota corrispondenza microcosmo-macrocosmo, esso è allo stesso tempo anche immagine dell'animo umano, delle occupazioni e preoccupazioni delle menti e dei cuori di allora. Si cercava e trovava nel fegato la risposta a quelle che erano le domande della quotidianità e della straordinarietà. Facendo nostro il punto di vista di Pettazzoni, secondo cui la religione è un fenomeno storico-culturale (e non meramente fideistico), lo studio dell'esti-spicina di una pecora si trasforma nell'intro-spezione dell'uomo.

In margine all'intervento del prof. Gandini. Attraverso la biografia di Pettazzoni abbiamo assistito anche al processo di formazione di una nuova disciplina. È stato ben messo in luce come ciò non avvenga solo in presenza di una mente lucida e innovativa ma soprattutto grazie alle capacità dello studioso di districarsi nel contesto sociale in cui lavora, particolarmente nel mondo accademico e politico. Ho qui davanti a me la definizione ministeriale del settore scientifico-disciplinare M-STO/06 (Storia delle Religioni): è merito di studiosi come Pettazzoni se questa definizione è oggi in vigore, garantendo l'autonomia e l'individualità della disciplina e facendo sì che ci siano docenti pagati per insegnarla. Ciò naturalmente non è avvenuto per caso: determinati stimoli, comuni ad un certo contesto socio-culturale, fanno sì che un certo numero di studiosi si focalizzi su un determinato ambito creando e poi definendo man mano i limiti di una disciplina. A proposito mi sono quindi imbattuto in queste parole di Seneca trasmesse da un esergo di Tampellini: 'Piccola cosa sarebbe l'universo se ogni età non trovasse in esso qualcosa da indagare' [Naturales quaestiones, VII, 30, 5, citato in Tampellini in Pagani e cristiani, 5 (2006), p. 53].

Chi volesse contattare i relatori, lo può fare tramite il mio indirizzo di posta elettronica.

Brandelli

Aggiornamento bibliografico

Per le pubblicazioni antecedenti al 1986 rimando alla bibliografia della tesi di Tampellini. I collegamenti a documenti PDF esterni fanno riferimento al sito Internet Knowledge and Power; si veda in particolare la bibliografia. Si veda inoltre la bibliografia Magic and Divination in the Neo-Assyrian Period: a Selected Bibliography di Lorenzo Verderame (Università di Roma "La Sapienza", 2004).

Mario Gandini nel corso del suo intervento Alberto Tampellini nel corso del suo intervento e, sulla destra, Mario Gandini che ascolta attento

©2008 Copyright by Gian Pietro Basello
for ElamIT.net <www.elamit.net> (old URL: http://digilander.libero.it/elam)
Write to <elam@elamit.net>

San Giovanni in Persiceto, 22-23/IV/2008